CASCHI BIANCHI: da Bologna a Dakar, anche questo è Servizio Civile. 7

Uno sguardo "altro" sulla scuola, che ci fa riflettere anche sul nostro mondo della scuola.

Francesca svolge il suo Anno di Servizio Civile a Dakar, capitale del Senegal. Ha inviato molti contributi per aiutarci a seguire la sua esperienza in quella realtà così diversa.
Tra Ubuntu e Teranga
Dakar, Ottobre 2019
Ottobre è mese di fermento qui a Dakar. Dopo il torpore delle vacanze estive ad Agosto e Settembre, a Ottobre ricomincia l’anno scolastico.
Questo nuovo inizio, però, non riguarda tutti. Così come è possibile vedere per strada orde di ragazzini/e in divisa che comprano la merenda prima di entrare in classe, allora è possibile anche vedere gruppi altrettanto grandi di ragazzini che alle scuole si avvicinano soltanto senza però poter entrare.
Un giorno passeggiando per il quartiere dove abito, ho scorto un murale che mi ha colpita e che citava “l’éducation est la clé de la réussite” (l’educazione è la chiave per il successo).
Forse non ci si sofferma mai abbastanza a riflettere su quanto sia primario il diritto allo studio e su quanto sia fondamentale per uno sviluppo positivo dell’essere umano sia come singolo sia come facente parte di una comunità. E ancora meno non si considera mai realmente quanti bambini/e e ragazzi/e non abbiano questo diritto a causa della guerra nel loro Paese, della mancanza di strutture scolastiche nei loro territori, della mancanza di mezzi economici delle famiglie per sostenere le iscrizioni e l’acquisto dei materiali.
Fortunatamente, questo tema è molto sentito al P.A.R.I., che ha sposato completamente il messaggio urlato da quel murale. A Settembre, infatti, anche qui allo Punto di Accoglienza sono iniziati i preparativi per l’inizio dell’anno scolastico dei bambini migranti che si hanno in carico. L’équipe di volontari ha analizzato pagella per pagella, ripercorso la situazione famigliare di ogni bambino/a per poter individuare le iscrizioni da effettuare per il nuovo anno e l’acquisto dei materiali. Si, perché ovviamente i fondi non garantiscono la presa in carico di tutti. Purtroppo bisogna sempre fare una selezione, anche se in un modo o nell’altro si cerca sempre di arrivare laddove i beneficiari non riescono. È molto difficile individuare criteri di selezione tra i bambini: quanta responsabilità ha un bambino rispetto al suo andamento scolastico? Quanta invece ne ha la famiglia o l’ambiente sociale di riferimento?
E proprio questo è stato il tema su cui ha puntato la rappresentate di Caritas Senegal durante la festa di consegna dei materiali scolastici. Alla festa erano presenti i/le bambini/e con le loro famiglie: i primi sono stati incoraggiati a iniziare e concludere questo anno seriamente, con disciplina e costanza; gli ultimi, invece, sono stati esortati a seguire i propri figli, ad accompagnarli nel loro percorso educativo, ad allearsi con i professori per la buona riuscita dei percorsi scolastici dei figli.
E’ stato molto emozionante partecipare a questo evento e osservare la luce che avevano negli occhi quei/lle bambini/e il cui passato è stato caratterizzato da interruzioni e cambiamenti continui: uscita dal proprio Paese, abbandono della propria casa, della propria scuola, della propria maestra e dei propri amici.

Il giorno della festa è stato molto importante perché, qui a Dakar, è stata posta un’altra pietra per poter garantire un futuro di stabilità e continuità, di speranza a chi ha rischiato di perderla. Sperando sempre in un cambiamento dello stato delle cose, in modo tale da far sì che nessuno debba essere escluso dal diritto di poter crescere normalmente.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            Francesca
 
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