Nel 1974 due registi e commediografi italiani, Pietro Garinei e Sandro Giovannini si cimentarono nella creazione di un’opera che è passata alla storia del genere commedia teatrale. Con le musiche di Armando Trovajoli venne alla luce Aggiungi un posto a tavola, da più di quarant’anni rappresentato (possiamo dire) in tutto il mondo. 726 repliche con il cast originale, 7 edizioni, 93 città visitate in Italia, 1562 repliche in totale, 2.200.000 spettatori in Italia e 15 milioni di spettatori nel mondo con 30 edizioni in 10 traduzioni.
Nel 1974 fu possibile scrivere Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più. Un testo che parla di ospitalità, di spostare un po’ la seggiola nella certezza che si starà comodi tutti, persino…anche tu! Dividere il companatico per raddoppiare l’allegria. Bellissimo. Quasi nostalgico risentire le parole di Aggiungi un posto a tavola. Mi hanno fatto pensare. Nel 1974 le cose non erano più semplici rispetto ai giorni nostri. In Italia si vivevano i così detti anni di piombo, eppure Garinei e Giovannini e il maestro Trovajoli riuscirono a parlare di aggiungere un posto a tavola e di dividere per raddoppiare.
Mi domando se oggi un linguaggio del genere sia ancora possibile. Garinei, Giovannini e Trovajoli, potrebbero ancora scrivere Aggiungi un posto a tavola e riscuotere tutto quel successo? Cosa è accaduto in questi 40 anni? Perché spostare un po’ la seggiola è divenuto così difficile? Perché la compagnia degli altri è più da temere che da cantare? Sorridi al nuovo ospite…non farlo andare via. Che nostalgia che ho…io Jonny Dorelli l’ho visto cantare “la porta è sempre aperta e la luce è sempre accesa”….”e se qualcuno arriva, non chiedergli chi sei …no no no…no no no no no”.
Auguri e buona fortuna. Buona fortuna e auguri a chi non riesce più a cantare aggiungi un posto a tavola anzi, detta con le parole del musical: Evviva, evviva, evviva, evviva, evviva, evviva! Aggiungi un posto a tavola oltre ad essere un grande spettacolo e pur non parlando esplicitamente di ospitalità, veicolava comunque un messaggio. Un messaggio positivo capace di scaldare e rallegrare i nostri cuori. Spostare la sedia, fare un po’ di spazio all’altro. Condividere per raddoppiare…geniale! Diciamolo pure…evangelico.
Evviva allora a chi non riesce più a cantare che dividendo si raddoppia, a chi se arriva qualcuno finché non gli ha fatto lo screening delle cellule e del Dna diffida a condividere con lui il companatico. Evviva a chi è incapace di cantare la solidarietà, l’ospitalità. State nel vostro mondo con le tavole imbandite e le sedie vuote, noi saliamo sul palco a cantare di aggiungere un posto a tavola, voi…beh voi cantate quello che vi pare: evviva!